Profilassi stagionale

Filaria, Leishmaniosi e Ectoparassiti

Profilassi stagionale

Filariasi , Leishmaniosi e Ectoparassiti.

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Filariasi

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Leishmaniosi

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Ectoparassiti

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Filariasi

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Leishmaniosi

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Ectoparassiti

Ectoparassiti

Ectoparassiti

 

Pulci, pidocchi e zecche.

Gli ectoparassiti si possono suddividere in tre gruppi:

  • ·       Pulci (pulicosi)
  • ·       Pidocchi (pediculosi)
  • ·       Zecche

Filariasi

Filariasi

Le filarie colpiscono soprattutto l'apparato cardiocircolatorio determinando patologie che possono anche avere esito letale. I parassiti adulti, che si localizzano a livello cardiaco, provocano un sovraffaticamento del cuore che conseguentemente non è più in grado di garantire un’efficace circolazione del sangue e la loro azione ha effetti particolarmente dannosi sui cani da lavoro in ge-nerale e sui cani da soccorso in particolare, in quanto riduce drasticamente il loro rendimento a cau-sa anche delle conseguenti difficoltà respiratorie. La malattia viene diffusa dalle zanzare le loro punture ed è da considerarsi praticamente endemica nelle zone palustri, umide o coltivate a riso. Es-sendo la terapia particolarmente difficile a causa delle possibili ricadute ed a causa delle lesioni permanenti che possono essere causate dal parassita all’apparato cardiocircolatorio (il che riduce drasticamente i benefici derivanti dall’eliminazione del parassita stesso), è estremamente importante operare a livello preventivo mediante farmaci filaricidi (da somministrarsi sotto controllo veterinario), che somministrati nella stagione adatta, impediscono alle larve di svilupparsi e di diventare parassiti adulti. Il medicinale può essere somministrato sia mediante un’unica iniezione che mediante tavolette masticabili da somministrarsi con cadenza mensile, ed il relativo dosaggio deve essere rapportato al peso del cane.

 

Leishmaniosi

Leishmaniosi

La Leishmanioisi è una malattia estremamente grave, in grado di colpire sia uomini che cani, che viene trasmessa in Europa da un protozoo appartenente al genere delle Leishmanie ed il cui vettore è il flebotomo comunemente conosciuto come pappatacio. A causa del fatto che attualmente non esiste in commercio alcun vaccino in grado di contrastare questa malattia (sono stati effettuati e sono tutt'ora in corso diversi studi, ma la soluzione appare tutt'altro che semplice, dato che i vaccini tradizionali si basano sulla stimolazione del sistema immuni-tario che, in corso di leishmaniosi, risulta depresso, costituzionalmente o secondariamente all'infezione stessa), l’unica strada percorribile è quella della lotta al flebotomo che ne è il vettore. Per quanto nulla possa difendere in maniera assoluta i nostri cani dalla puntura di un insetto infetto, l’adozione di opportune misure profilattiche riesce a garantire un buon livello di difesa. È possibile reperire in farmacia numerosi prodotti ad azione repellente, presenti in commercio sotto forma di pipette, spray o collari; è inoltre indispensabile, soprattutto nelle zone in cui la malattia è presente a livello endemico, sottoporre regolarmente la cuccia od il canile a frequenti trattamenti insetticidi.

 

Le pulci

Le pulci sono insetti scuri, lunghi alcuni millimetri, e traggono il loro nutrimento dal sangue e dalle cellule epiteliali morte del loro ospite, su cui depongono anche le uova che vengono successivamente disperse nell’ambiente circostante, dando origine, al termine delle metamorfosi evolutive, ad un nuovo adulto che si cercherà un nuovo ospite. La loro presenza è riscontrabile anche ad occhio nudo, in quanto si possono facilmente vedere correre e saltare sulla pelle e tra il pelo; si possono anche individuare i loro escrementi (che non sono altro che il residuo della digestione delle sostanze organiche di cui si nutrono), simili ad una polvere scura tendente al rosso scuro. La sintomatologia relativa all’infestazione da parte delle pulci può essere estremamente variegata: nei casi più lievi il problema può anche passare inosservato, in quanto caratterizzato esclusivamente da una lieve forma di prurito, mentre nei casi più gravi i sintomi si manifestano con una evidenza molto maggiore. Anche i cani più tranquilli diventano nervosi, grattandosi a volte con tale insistenza da procurarsi anche lesioni cutanee quali infiammazioni, ferite, croste, piaghe di vario tipo e così via. L'infestazione da pulci non deve mai essere sottovalutata, soprattutto nei cuccioli dove può dare origine, se massiva, a forme di anemia di particolare gravità, ed è pertanto di fondamentale importanza l’adozione delle opportune azioni di difesa, senza dimenticare che un’azione efficace deve necessariamente prevedere sia un trattamento per l’eliminazione dei parassiti adulti, ma parallelamente anche un trattamento per l’eliminazione delle varie forme larvali dall’ambiente circostante. I parassiti adulti rappresentano infatti solo il 5% circa dell’infestazione totale, ed il rimanente 95% è rappresentato appunto dalle altre forme larvali disperse nell’ambiente.

I pidocchi

I pidocchi, come le pulci, si accoppiano sul loro ospite e si nutrono a sue spese, ma le loro uova (denominate lendini e visibili anche ad occhio nudo) non vengono disperse nell’ambiente ma rimangono attaccate ai suoi peli, trasformandosi in animali adulti attraverso diversi stadi evolutivi. L'infestazione può quindi avvenire quasi esclusivamente o direttamente mediante un contatto diretto tra un cane sano ed un cane infestato, o, indirettamente, tramite l'utilizzo di spazzole e pettini utilizzati su un soggetto infestato e non puliti e disinfettati. La presenza dei pidocchi, che tendono ad infestare i cani più giovani, è dovuta soprattutto a precarie condizioni igienico-sanitarie: anche in questo caso il sintomo più evidente è il prurito, che può essere accompagnato tra l’altro da un odore acre e dall’opacità del mantello. A differenza della pulce, il pidocchio non sopravvive solitamente più di tre giorni in ambiente esterno, e per questo motivo la disinfestazione dell’ambiente ha una rilevanza minore.

Le procedure per l’eliminazione di pulci e pidocchi sono simili, e il trattamento diretto di questa forma di parassitosi prevede l'utilizzo di prodotti insetticidi specifici, da impiegare sotto controllo veterinario, anche sui cani venuti a contatto con i soggetti infestati.

 

Le zecche

Zecche

Le zecche sono vettori estremamente efficienti di un gran numero di agenti patogeni di varia natura e di neurotossine; queste ultime possono anche provocare forme di paralisi che possono avere esito letale per cani di piccola taglia ed anche per l’uomo e la loro attività nei paesi a clima temperato raggiunge il suo apice nei mesi tra maggio ed ottobre. L’habitat preferito dalle zecche è rappresentato da luoghi ricchi di vegetazione erbosa ed arbustiva, con microclima preferibilmente fresco ed umido, anche se non è raro il loro riscontro in aree con clima decisamente caldo ed asciutto, e con vegetazione più rada. Le patologie infettive trasmissibili dalle zecche che presentano rilevanza epidemiologica in Italia sono la febbre bottonosa del Mediterraneo, la Borreliosi di Lyme, la febbre ricorrente da zecche, la tularemia, la meningoencefalite da zecche e la paralisi da zecche. Al rientro dall’attività addestrativa od operativa, soprattutto se effettuata in zone potenzialmente infestate, è importante procedere ad un’accurata ispezione del cane, per verificare la presenza di zecche e procedere alla loro immediata rimozione; zecche in diversi stadi del loro ciclo vitale si posso-no ritrovare principalmente su collo, orecchie, testa, ascelle e zampe (in special modo tra le dita) ma anche in qualsiasi altra parte del corpo. Le zecche vanno rimosse afferrandole saldamente con una pinzetta il più possibile aderente alla cute, ed effettuando una trazione costante e decisa, ma non brusca, verso l’alto, con una delicata rota-zione per evitarne la rottura. Le mani debbono essere protette da guanti o da un fazzoletto durante l’operazione, per evitare la possibilità di infezione attraverso piccole lesioni della pelle o di autoinoculazione per via congiuntivale o orale. Il rostro, che spesso rimane all’interno della cute, va estratto con un ago sterile. Dopo l’estrazione della zecca si suggerisce di procedere alla disinfezione della zona (evitando i disinfettanti che colorano la cute) e l’applicazione di antibiotici per uso topico. La prevenzione assume quindi un aspetto particolarmente importante: per quanto riguarda l'ambien-te, le abitazioni o i canili, è indispensabile un trattamento con sostanze acaricide, e, nelle aree in cui la presenza di zecche è elevata è consigliabile (a causa della loro resistenza al digiuno assoluto anche per lunghi periodi di tempo, alla loro capacità di superare senza difficoltà inverni anche molto rigidi ed alla loro longevità) la distruzione degli habitat del parassita mediante il fuoco bruciando erbacce e sterpaglie, mentre per quanto riguarda i cani sono altrettanto indispensabili trattamenti antizecche, che possono avvenire con cadenza mensile tramite pipette o mediante collari la cui efficacia antiparassitaria può arrivare sino a cinque mesi.